(Reuters) – Nonostante inverni lunghi e bui, la Finlandia sarebbe il paese più felice dove vivere. L’Italia, al quarantasettesimo posto, è una delle ultime nazioni tra quelle europee, con Gran Bretagna, Francia, Germania e Spagna ben al di sopra. Meglio stare lontani, invece, dal Burundi, ultimo della speciale classifica stilata tutti gli anni dalle Nazioni Unite, il World Happiness Report, e presentata ieri alla Pontificia Accademia delle Scienze, nella Città del Vaticano.
La classifica ha valutato 156 paesi sulla base di fattori quali PIL pro capite, sostegno sociale, aspettativa di vita sana, libertà, generosità e assenza di corruzione. A fare felici i finlandesi sarebbero stati la natura, la sicurezza, l’assistenza all’infanzia, le buone scuole e l’assistenza sanitaria gratuita. La Finlandia è salita in cima dal quinto posto dello scorso anno e ha scalzato la Norvegia. Molti i paesi del Nord Europa nella top ten anche quest’anno che vede ai primi dieci posti Finlandia, Norvegia, Danimarca, Islanda, Svizzera, Paesi Bassi, Canada, Nuova Zelanda, Svezia e Australia. Gli USA, invece, si fermano al diciottesimo posto, mentre la Gran Bretagna viene subito dopo e gli Emirati Arabi Uniti sono al ventesimo.
Un capitolo a parte dell’ultimo report è stato dedicato ai problemi di salute emergenti, come obesità, depressione e crisi degli oppioidi e negli USA, la prevalenza di tutti e tre sarebbe cresciuta più rapidamente che in altre nazioni. Ecco perché, anche se è aumentato il reddito pro-capite, gli Stati Uniti hanno visto diminuire la loro ‘felicità’, a causa di sostegno sociale indebolito, aumento percepito della corruzione di governo e calo della fiducia nelle istituzioni.
Per la prima volta da quando è stato fatto il primo report nel 2012, poi, la classifica ha valutato anche la felicità degli immigrati nati all’estero, in 117 paesi. E anche in questa particolare categoria, la Finlandia si sarebbe distinta, ottenendo il massimo dei voti. Mentre i nati all’estero sarebbero meno contenti in Siria, dove da sette anni va avanti una guerra civile.
Fonte: Reuters
di: Philip Pullella
(Versione italiana Quotidiano Sanità/ Nutri&Previeni)